Quanto ossigeno brucia il
nostro corpo?
La vita moderna porta con sè
cattive abitudini che possono mettere a rischio la salute delle persone ma in
realtà gli esseri umani sono fatti per muoversi. E’ vero che
la tecnologia (smartphone, tablet, etc.) continua ad avanzare e ad offrire
opportunità di comunicazione uniche. Ma è altrettanto vero che rappresenta un
enorme rischio per lo stile di vita della popolazione di tutto il mondo,
favorendo un maggior grado di sedentarietà rispetto al
passato. La sedentarietà può portare all'obesità e a molti altri problemi, come
l’ipertensione e patologie cardiache.
Ma cosa succede al nostro corpo
quando facciamo attività fisica? In questo articolo racconteremo di come il
nostro corpo brucia ossigeno (e non solo) e del valore del metabolimetro,
uno strumento medicale con cui è possibile analizzare l’energia bruciata dal
proprio corpo.
La misurazione del VO2
Ogni volta che svolgiamo
un’attività fisica il nostro corpo “brucia” energia derivante
principalmente dal cibo che ingeriamo e dalle riserve del nostro corpo: tessuto
adiposo e glicogeno muscolare. La conversione di queste riserve in energia,
però, non è un processo semplice e il nostro organismo ha sviluppato, nel corso
della sua evoluzione, diversi sistemi per farlo.
ESISTONO METODI PER CALCOLARE INDIRETTAMENTE IL VO2MAX, MA IL METABOLIMETRO PERMETTE DI OTTENERE DATI SUL SINGOLO SPORTIVO CON UN LIVELLO DI ACCURATEZZA SUPERIORE.
Alcuni di questi processi, quali ad esempio la glicolisi cellulare, non richiedono la presenza di ossigeno per avvenire e rientrano quindi nell’insieme del cosiddetto metabolismo anaerobico. Altri, come la fosforilazione ossidativa mitocondriale, richiedono ossigeno come elemento imprescindibile e ricadono quindi all’interno dei processi facenti parte del metabolismo aerobico.
Il VO2
In fisiologia, per valutare
l’entità dei processi che sottendono al metabolismo aerobico si è soliti
misurare il volume di ossigeno consumato in un dato tempo. Tale volume è
solitamente indicato dall’acronimo VO2. Facendo attività fisica, in
particolare durante attività prolungate quali la corsa o il ciclismo, il nostro
organismo fa fronte alle aumentate richieste di energia attraverso il consumo
di molecole ad alto contenuto energetico quali zuccheri, amidi e lipidi.
Per far sì che queste molecole
producano energia, però, è necessario che vi sia ossigeno a disposizione
all’interno delle fibre muscolari e dei mitocondri che viene “consumato”
durante il processo di produzione dell’energia. Di conseguenza, maggiore sarà
il VO2 consumato durante l’attività, maggiore sarà stata l’energia prodotta.
Il VO2 rappresenta perciò il parametro principale per definire la capacità
aerobica di un individuo, ossia la capacità di produrre energia attraverso
meccanismi che richiedono l’utilizzo di ossigeno. Si parla, in questo caso, di
massimo consumo di ossigeno o VO2 max.
Quest’ultimo parametro è di particolare importanza per l’allenamento e la valutazione dello stato di salute del sistema cardiorespiratorio. La massima capacità aerobica di un individuo, infatti, è determinante per la performance in tutti gli sport di durata e non solo. Allenatori e personal trainer, quindi, tendono a pianificare l’intensità delle sedute di allenamento proposte ai propri atleti e clienti proprio in base a questo parametro.
Misurare il consumo di ossigeno
La capacità aerobica non è
misurabile direttamente senza strumenti appositi. Pertanto, numerose aziende
hanno sviluppato dei dispositivi, comunemente chiamati metabolimetri, in grado
di misurare il VO2 (e il VO2 max) attraverso gli scambi gassosi che
avvengono durante la respirazione. Occorre però sottolineare come la
misurazione del VO2 max sia fortemente dipendente dal tipo di esercizio svolto.
Questo parametro, ad esempio,
generalmente varia se misurato durante la corsa o la pedalata. Inoltre, anche
la modalità con cui un dato esercizio è svolto è importante. Prendiamo per
esempio la corsa. Tipicamente, la misurazione del VO2max prevede protocolli di
esercizio standard detti “a rampa”, quando la velocità del treadmill è
incrementata progressivamente, o “a gradini”, quando la velocità aumenta ad
intervalli regolari.
A seconda del tipo di allenamento, della durata e della natura del nostro corpo vengono bruciati gli zuccheri o i grassi, ma in ogni caso questa “combustione” è accompagnata dal consumo di ossigeno
L’obiettivo è sempre quello di
raggiungere la massima velocità sostenibile dal soggetto per un determinato
lasso di tempo. Tuttavia, il modo con cui la velocità cresce può portare a
risultati differenti e quindi a VO2 max diversi. Essendo molte le variabili
da considerare nella scelta del protocollo di test ottimale è dunque importante
rivolgersi a personale specializzato quando ci si vuole cimentare in questa
tipologia di test.
Dato che i test diretti per la
misurazione del VO2 max sono estremamente faticosi, richiedono una
strumentazione apposita e personale specializzato, sono state sviluppate anche
modalità di test “indirette” e/o “sub-massimali”. Queste hanno il vantaggio di
non richiedere sforzi massimali o strumentazioni particolari, tuttavia, ciò va a
discapito della precisione e dell’affidabilità dei risultati ottenuti.
3.Consumo di ossigeno e spesa
energetica
Come abbiamo visto, il VO2 è
una misura della capacità dell’organismo di produrre energia attraverso
l’utilizzo dell’ossigeno. Ciò, però, non vale solo durante l’esercizio ma anche
a riposo. Si parla in questo caso di metabolismo basale, ossia della quantità
di energia di cui l’organismo ha bisogno per sostenersi in stato di assoluto
riposo. In queste condizioni, l’energia necessaria viene fondamentalmente
prodotta attraverso processi aerobici, pertanto il VO2 rappresenta il
parametro ideale per calcolare la spesa energetica a riposo.
Mediamente, infatti, un individuo a riposo consuma 1 MET, ossia 1 kcal per chilogrammo di peso ogni ora. Allo stesso tempo, però, 1 MET equivale anche a 3.5 ml di ossigeno consumato per ogni chilo di peso al minuto. Questa relazione tra MET e VO2 è di fondamentale importanza perché permette di stimare, partendo dal VO2 la spesa energetica di una determinata attività fisica e di una persona anche in stato di riposo. Pertanto, grazie ai metabolimetri non solo è possibile valutare la capacità aerobica di un individuo, ma anche stimarne il metabolismo basale e la spesa energetica durante l’attività.
Perché i metabolimetri sono importanti
L’analisi del VO2 attraverso l’impiego di metabolimetri è di grande importanza per sportivi e non poiché permette di valutare con precisione sia le capacità aerobiche che la spesa energetica sia durante l’attività fisica che a riposo. Avendo a disposizione queste informazioni, allenatori, medici dello sport e nutrizionisti possono quindi progettare allenamenti altamente personalizzati, valutare lo stato di forma e valutare programmi alimentari adeguati in funzione delle necessità dei singoli individui.
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